Valeria Golino e Riccardo Scamarcio sposi
Finalmente sposi. Dopo quasi 10 anni d'amore, Valeria Golino e Riccardo Scamarcio hanno deciso di convolare a nozze. La data è ancora sconosciuta, ma sono uscite, come prova inconfutabile, le pubblicazioni.
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Finalmente sposi. Dopo quasi 10 anni d'amore, Valeria Golino e Riccardo Scamarcio hanno deciso di convolare a nozze. La data è ancora sconosciuta, ma sono uscite, come prova inconfutabile, le pubblicazioni.
Torna a Roma, dal 26 settembre al 4 ottobre 2014 la quindicesima edizione di Asiatica - Incontri con Il Cinema Asiatico, festival storico diretto dal regista Italo Spinelli, che – a ingresso libero fino ad esaurimento posti - porta nella capitale registi, artisti, personalità, con incontri e proiezioni legati ai temi e alle culture dell’Asia. In più spazi della città, dal MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma (Via Nizza, 138) al TEATRO AMBRA ALLA GARBATELLA (Piazza Giovanni da Triora, 15), passando per il TEATRO PALLADIUM (Piazza Bartolomeo Romano, 8), Asiatica presenta quest’anno oltre 50 opere, quasi tutte inedite, sette saranno i lungometraggi e sette i documentari in concorso.
Tra gli ospiti di questa edizione, il magnate dei media, dell’editoria e dello sport internazionale, Presidente della squadra di calcio dell’Inter, Erick Thohir nella veste di produttore cinematografico dei film del regista Hanung Bramantyo, quali Question Mark e Soekarno, il lungometraggio sul primo presidente dell’Indonesia indipendente che sabato 27 settembre alle ore 17 presso il Teatro Palladium aprirà il Focus Indonesia, alla presenza, oltre che di Thohir, del regista Hanung Bramantyo. Il Focus è composto da 16 opere, tra lungometraggi, documentari e cortometraggi, con ospiti presenti al festival, tra cui il pluripremiato regista Yosep Anggi Noen, la regista e produttrice Nia Dinata e il produttore e direttore di festival John Badalu. Quindi, Jhumpa Lahiri, l’acclamata scrittrice americana di origini bengalesi, premio Pulitzer del 2000, autrice di romanzi quali L’omonimo da cui è stato tratto il film Il Destino nel Nomeper la regia di Mira Nair e il più recente La moglie.
In collaborazione con il MACRO, nella sede principale del museo di via Nizza, il festival propone alcuni appuntamenti e la mostra SHOUT! Indonesian Contemporary Art, un’occasione unica per indagare stili, linguaggi, codici e orizzonti creativi dell’arte contemporanea indonesiana, attraverso le opere di undici giovani artisti. Proprio all’Indonesia sarà dedicato il Focus e l’opening con uno spettacolo realizzato dalla Compagnia di Danza Indonesiana Puspo Budoyo e il vernissage della mostra SHOUT!. Ad Asiatica 2014 saranno presentati film provenienti da Afghanistan, Birmania, Brunei, Cina, Corea del Sud, Filippine, Hong Kong, India, Iran, Libano, Malesia, Mongolia, Singapore, Taiwan e Thailandia. Tutti i film e i documentari in concorso sono anteprime italiane, in molti casi anche anteprime europee. Per quanto riguarda i lungometraggi, dall’Iran I’m Not Angry di Reza Dormishian, il regista sarà ospite del festival insieme all'attore protagonista Navid Mohammadzadeh, ironico e amaro ritratto che cattura le frustrazioni della nuova generazione a Teheran. La realtà della vita dei teenagers metropolitani iraniani è raccontata anche dal documentario The 17s. A partire dall’attuale crisi sociale politica ed economica dell’Iran, sette documentariste indipendenti – una delle quali, Nahid Rezaei sarà ospite al festival - raccontano le proprie scelte private e professionali, in Profession: Documentarist.
L’India è rappresentata da Before my eyes, dell’attore e regista Rajat Kapoor, che sarà ospite del festival, come artistain residenza al FIND (Fondazione India-Europa di Nuovi Dialoghi). Il film racconta di Bauji, 55 anni, una vita malinconica ma movimentata in una piccola casa nella vecchia Delhi che condivide con una famiglia estesa, affollata di persone e drammi. Un giorno decide di cambiare vita e la sua verità sarà la verità delle sue esperienze. Crederà solo a ciò che vedrà con i suoi occhi… Quindi Ice Poison, film di produzione Taiwan e Birmania firmato dal regista Midi Z, che sarà ospite del festival, regista al terzo lungometraggio che qui racconta di un giovane contadino e di suo padre che a malapena sopravvivono con lo scarso raccolto di granturco. Decidono quindi di scendere dalle montagne verso il villaggio per chiedere un prestito ai parenti, ma la salvezza sarà l’acquisto di un motorino con cui lavorare come tassista. Due i film dalla Mongolia: Remote Control, riflessione poetica sui cambiamenti di quella terra nell’opera prima di Byamba Sakhya e The 7th Flavour di Feng Yaping, storia di un dottore esperto in medicina tradizionale mongola, isolato per anni nelle steppe fino all’arrivo di un allievo e di una misteriosa paziente interpretata dall’affascinante attrice Wulanqiqige, che sarà ospite del festival. Quindi, My Mandala, debutto registico della scrittrice Elsa Yang, attraverso le vicende di un ragazzo che finge di essere un Lama tibetano, esplora i temi del tradimento, della fede e dell’amore familiare.
Tra i documentari in concorso, Playing with Fire, dalla regista greca Anneta Papathanassiou, una storia sulla realtà teatrale dell’Afghanistan concentrata su un gruppo di giovani ragazze che hanno il coraggio di cimentarsi nella recitazione al costo della vita. In programma anche il documentario indiano-norvegese Light Fly Fly High, delle registe Susan Østigaard e Beathe Hofseth che racconta di Thulasi, giovane ragazza indiana che lotta per il diritto ad essere indipendente, lei, nata al di fuori della casta e relegata in fondo alla scala sociale. Il riscatto avviene con la boxe e il film segue la ragazza attraverso tre anni movimentati pieni di inaspettati cambiamenti, sia sul ring che nella vita privata.Quindi, Gaddafi, in cui i registi Panu Aree, Kong Rithdee e Kaweenipon Ketprasit, entrano nel quotidiano di una famiglia musulmana il cui figlio porta il controverso nome dell’omonimo dittatore libico. Di grande interesse anche il documentario franco-libanese Home Sweet Home, della regista e artista Nadine Naous, che così racconta il proprio lavoro: “Un giorno al telefono tra Beirut e Parigi, mia madre mi disse: Tuo padre ha seri problemi economici, deve vendere la scuola, non ha scelta, le banche non hanno pietà. Ho accusato il colpo. Ho vacillato. Io sono sempre stata la figlia del preside della The Lebanese Rabia School e non sono in grado di immaginare diversamente. Ho deciso di tornare a casa…”.
Quest’anno Asiatica presenta 3 Special Screening, proiezioni dal gusto cinefilo e di grande portata artistica. In primis, l’anteprima italiana di Appeal ¥15,220,910.50 diretto da Ai Weiwei famoso artista, architetto,fotografo e cineasta cinese. Il documentario racconta le vicende dell’artista dal suo arresto nel marzo 2011 fino al rilascio nell’estate 2013.Il suo passaporto rimane nelle mani del governo ancora oggi. Nonostante le restrizioni a viaggiare, Ai continua a sviluppare progetti e a esporre i suoi lavori sul palcoscenico internazionale.
Quindi, Ikal Mayang: Unspoken Truths, film collettivo di sei cortometraggi diretti da registe donne e provenienti da Indonesia, Brunei, Singapore, Filippine, Malesia e Tailandia. Qui si raccontano i desideri segreti delle donne, la loro pacata solitudine, le aspettative irrealizzate, i sacrifici insoddisfacenti, i viaggi e l'amore. Il film, presentato in anteprima europea, è frutto di un'iniziativa a cura di WOMEN:girls, prodotta per aiutare la consapevolezza delle donne attraverso il cinema ed è stato proiettato in occasione delle celebrazioni dell'8 marzo 2014. A presentare il film in sala, l’indonesiana Nia Dinata, regista di uno dei corti, Wedding Gown, nonché business woman e produttrice. A chiudere,Run For Your Life, film pakistano di Meenu Gaur e Farjad Nabi, che ha partecipato alla selezione per il Premio Oscar al Miglior Film straniero nel 2014, la storia di tre uomini che cercano di fuggire dalla vita quotidiana.
Per il secondo anno, Asiatica in collaborazione con la CDCD, City Contemporary Dance Company di Hong Kong presenta a Roma la sezione Jumping Frames con 5 cortometraggi di video danza selezionati dal programma ufficiale del Jumping Frames International Dance Video Festival. Registi, coreografi e danzatori commenteranno le opere e incontreranno il pubblico.
Era il 1976 quando il grande regista Brian De Palma girò la trasposizione cinematografica di uno dei più bei romanzi di Stephen King (il primo in assoluto) "Carrie - Lo sguardo di Satana", un film che ben presto diventò un cult del genere horror esaltato dai fan di tutto il mondo e fedele alla storia originale del maestro del brivido.
Siamo nel 2013 e Carrie torna a vivere nuovamente grazie al remake della regista Kimberly Peirce già nota al grande pubblico per il film premio Oscar "Boys Don't cry" (premio Oscar vinto da Hilary Swank come miglior attrice protagonista).
La trama segue le vicende della giovane studentessa Carrie White (Chloe Grace Moretz "Kick Ass" e "Dark Shadows"), timida e introversa figlia di Margareth White (Julianne Moore "Lontano dal paradiso" e "Shelter - Identità paranormali") una fanatica religiosa. La ragazza viene derisa spesso dalle compagne di scuola per il suo modo di vestire e i suoi modi troppo religiosi impartiti dalla madre. Tra le compagne però c'è chi si sente in colpa e cerca un modo per aiutarla, facendo si che il suo ragazzo inviti al ballo della scuola Carrie. Ciò provoca l'ira della madre che vede nei giovani d'oggi solo ragazzi interessati al sesso e vieta alla ragazza di recarsi al ballo rinchiudendola in uno sgabuzzino. Le urla di Carrie risveglieranno un potere telecinetico che rimaneva sopito da molto tempo dentro di lei. Quando la ragazza si recherà al ballo, le cose non andranno come previsto...
La pellicola, disponibile su streaming film, non arriva neanche lontanamente a raggiungere l'apice di perfezione che aveva creato Brian De Palma, l'interpretazione di Carrie da parte della giovane attrice emergente Chloe Moretz non riesce nel tentativo di riproporre la timidezza ed il timorre della ragazza spaventata a cui si era abituati nell'interpretazione di Sissy Spacek nel '76 (l'attrice quell'anno venne candidata al premio Oscar proprio per il ruolo di Carrie).