Barista, pittrice, pasticciera specializzata nella realizzazione del tiramisù. Si tratta della ‘nuova’ Wanna Marchi. Con 69 anni e un caschetto rosso fuoco che sembra appartenerle dalla nascita, è passata dalle urla in tv a realizzare uno squisito tiramisù, specialità della casa, o meglio del bar milanese “La Malmaison”. Con una condanna sulle spalle a 11 anni e mezzo di carcere per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e bancarotta fraudolenta (condanna confermata in Cassazione) la ‘Wanna nazionale’ ha deciso di voltare pagina. La ex ‘tele-urlatrice-imbonitrice’ ha già scontato metà della pena: due anni e mezzo di reclusione, uno di arresti domiciliari, tre anni di indulto e 270 giorni di anticipata liberazione per la buona condotta in carcere. Durante la sua permanenza dietro le sbarre (la Marchi è stata reclusa sia a Milano che a Bologna), Wanna ha svolto tutti i programmi di rieducazione e ha imparato a dipingere. Le sue opere, che sembrano essere apprezzate, sono esposte nel locale dove lavora. Sì perche Wanna in carcere ha fatto la brava, “ha dato prova di affidabilità” e il lavoro è “idoneo rispetto al percorso trattamentale intrapreso”, così il giudice ha scritto nel provvedimento con il quale le concede il lavoro esterno. Tutti i giorni tranne il mercoledì (giorno di chiusura settimanale dell’esercizio), dalle 11 del mattino alle 9 di sera Wanna Marchi è impegnata al bar, sta dietro il banco, gestisce la sala, prepara i dolci e strappa gli scontrini alla cassa. “E’ un lavoro che le piace molto” spiega il difensore della Marchi, Liborio Cataliotti, che aggiunge: “la mia assistita è molto serena, equilibrata, con tanta voglia di lavorare. Ora vuole solo dimenticare la sua brutta avventura e ricominciare una nuova vita. Senza un euro in tasca: non ha più un soldo, perché ha risarcito tutte le parti offese. Se è pentita di ciò che ha fatto? Il pentimento è una delle condizioni necessarie per ottenere il lavoro esterno”. Nonostante Wanna abbia già lavorato in passato presso questo locale qualche maligno ci ha visto una trovata pubblicitaria: il locale è di famiglia, appartiene, infatti, ad Antonio Lacerenza, compagno della figlia della Marchi, Stefania Nobile, anche lei condannata, da un anno ai domiciliari e attualmente in ospedale per un’operazione al ginocchio. Senz’altro il bar si trova in una posizione strategica, in Via Napo Torriani, 15. Molto frequentata, in particolare dai turisti, la strada è piena di hotel ed è a un passo dalla stazione centrale. Naturalmente durante i primi giorni di lavoro della Marchi il bar è stato affollato dai media. Così quelle telecamere ‘amiche’ che le permettevano di truffare centinaia di migliaia di persone le sono diventate ‘nemiche’. Sembrano lontani i tempi in cui, con tracotanza, impazzava come televenditrice a spese dei suoi ammiratori più creduloni, come hanno dimostrato le sentenze che l’hanno condannata. E se pur ‘zia Wanna’ sarà diventata una ‘brava ragazza’ noi la ricorderemo sempre . . . così: http://www.youtube.com/watch?v=emjcEGqXeBQ Se ti è piacituto questo articolo continua a leggere alla Fonte Originale!
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